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Davide Astori: morte di un grande sportivo e un grande uomo

Ieri tutto il mondo del calcio italiano si è svegliato con una notizia atroce: la morte di Davide Astori. Il capitano della Fiorentina è morto nella notte tra il 3 e il 4 marzo, nella sua stanza di albergo a Udine, dove stava preparando la partita con l’Udinese che si sarebbe dovuta disputare ieri alle 15. La tragica scoperta è stata fatta ieri mattina alle 9 e 30 da un magazziniere della squadra gigliata, che è andato a cercarlo, visto che non si era presentato a colazione allarmando tutti. La causa della sua morte sarebbe da ricollegare a un arresto cardiocircolatorio, ma come dichiarato dal procuratore di Udine, ci sarà bisogno di fare un’autopsia per saperne qualcosa di più. L’ultima persona a vederlo sarebbe stato il portiere della Fiorentina, e suo compagno di squadra, Marco Sportiello. Secondo il racconto di quest’ultimo, avrebbero giocato insieme alla playstation fino alle 23 e 30 e poi si sarebbero salutati per coricarsi. Infatti Davide era uno tra i giocatori viola ad avere una stanza singola e questa potrebbe essere stato fatale, visto che nessuno si è potuto accorgere del suo malore in tempo. Il povero ragazzo aveva solo 31 anni e lascia la moglie Francesca Fioretti e una bambina di 2 anni.

La società viola ha subito informato la Lega che ha immediatamente deciso di rinviare Udinese Fiorentina e anche Genoa Cagliari, che si sarebbe dovuta giocare alle 12 e 30 di ieri. Infatti quando i giocatori del Cagliari, alcuni dei quali sono stati compagni di squadra del giovane campione, hanno appreso la notizia, hanno deciso subito di non scendere in campo,appoggiati anche da tutto il Genoa Calcio. Poi dopo una serie di febbrili consultazioni tra la Lega e  la Federcalcio è arrivata la decisione di sospendere tutta la giornata di Serie A, anche perchè l’Associazione Italiana dei Calciatori avrebbe chiesto espressamente di non giocare.  La decisione è stata accolta positivamente da tutta la Serie A e dai tifosi, perchè di fronte a una tragedia cosi assurda e sconvolgente, giocare sarebbe stata una forzatura inutile.

Le reazioni del mondo del calcio

Ovviamente la notizia della morte di Davide Astori ha sconvolto tutti i calciatori di Serie A.  Infatti i messaggi dei giocatori tramite i social network sono stati tantissimi e alcuni molto commoventi. La cosa non è sorprendente considerando che il capitano della Fiorentina era molto apprezzato non solo per le sue grandi doti calcistiche,ma anche e soprattutto per la sua grande umanità e solarità. Uno dei messaggi più commoventi è stato quello di Gianluigi Buffon capitano della Juventus, che ha condiviso con Astori tanti momenti importanti in nazionale. Il grande portiere ha voluto sottolineare i grandi valori e principi dello sfortunato calciatore, che lo rendevano adorabile e amabile agli occhi di tutti. Molto significative le parole degli allenatori Donadoni, Ventura e Prandelli, che hanno avuto la grande fortuna di allenare il grande difensore della Fiorentina. Tutti loro hanno espresso grande dolore e sgomento per questa gravissima perdita,sottolineando la grande professionalità e disponibilità al lavoro,ma soprattutto il suo amore per i compagni e lo sport.

Sarebbe impossibile riportare tutti i messaggi di cordoglio e di dolore condivisi da tutti i suoi compagni o anche ex compagni. Ma tanto dolore e tanta partecipazione dimostrano in maniera inappuntabile che Davide Astori ha lasciato un segno profondissimo nel cuore di chi lo ha conosciuto. Questo perchè aveva costruito un percorso atipico per un calciatore moderno. Infatti aveva puntato sulla serietà e sull’umiltà e sui valori lontani dal calcio di oggi, contaminato da superficialità e soldi. Un esempio era stato il suo rifiuto di andare a giocare nello Spartak Mosca nel 2012, rinunciando a tanti soldi, per continuare la sua avventura al Cagliari.  La città di Firenze si sta stringendo in massa intorno alla famiglia del campione, dimostrando tutto il suo amore e la sua riconoscenza verso il suo capitano, che da 4 anni aveva abbracciato in maniera totale il progetto della Fiorentina, costruendo un rapporto invidiabile con allenatori, tifosi, compagni e soprattutto la società viola.

La carriera di Astori

Nato a San Giovanni Bianco in provincia di Bergamo, Davide Astori comincia a giocare a calcio nella squadra Ponte San Pietro, società satellite del Milan. Proprio per questo nel 2001 viene integrato nella Primavera del Milan , dove resta fino al 2006, senza mai debuttare però in prima squadra. Negli anni successivi viene girato in prestito alla Cremonese e al Pizzighettone e riesce ad esordire in Serie A soltanto nel 2008, con la maglia del Cagliari. Qui diventa ben presto un simbolo e resta in Sardegna per ben sei anni: l’amore per la città porta Astori ad aprire addirittura una  gelateria, proprio in centro.Poi nel 2015 comincia la sua avventura alla Fiorentina. Qui si è fin da subito imposto come un titolare inamovibile in difesa al fianco di Gonzalo Rodriguez, affermandosi ben presto come uno dei leader dello spogliatoio della Viola. Era un giocatore che non aveva timori a dire le cose come stavano, sia ai compagni di squadra che pubblicamente. Per questo motivo in estate, dopo che è andato via Gonzalo Rodriguez (capitano sino a quel momento), gli era stata affidata la fascia la capitano senza nemmeno pensarci.

Non a caso in queste ore si è diffusa la notizia che tra qualche giorno lo sfortunato difensore avrebbe firmato un contratto con la Fiorentina con scadenza nel 2022 perchè la volontà reciproca era quella di continuare insieme fino alla fine della carriera del giocatore.In Nazionale ha esordito nel 2011 a 24 anni nell’amichevole Ucraina-Italia sostituendo Giorgio Chiellini, difensore della Juventus, con il quale ha instaurato un profondo legame. Ha partecipato  in Brasile alla Confederations Cup nel 2013, chiamato da Prandelli, e ha segnato anche un gol nella finale per il terzo posto vinta contro l’Uruguay. Si tratta del primo gol di un giocatore del Cagliari dopo quaranta anni. L’ultimo era stato Gigi Riva nel 1973. In maglia azzurra ha collezionato quattordici presenze con un gol. Questa carriera purtroppo è stata spezzata in modo improvviso, traumatico e sconvolgente con un incomprensibile infarto. Ma il ricordo di questo grande campione, giovane papà e umile persona resterà sempre vivo nel cuore di chi lo ha amato per il suo sorriso, la sua semplicità e il suo amore per il calcio.

 

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